Non resisto alla tentazione di
scrivere oggi.
Di solito, mi impongo un rigoroso silenzio, se sono in un mood sdolcinato e zuccheroso. Ignominioso a tratti.
Una incallita romantica adolescente allo sbaraglio, al sicuro nel suo bel paesello, viziata da mamma e papà. Non più una straniera in terra ostile.
Mi sembra che, con questa predisposizione, persino le mie riflessioni, persino la vita di tutti i giorni si cadenzino regolate e immobili. Prive anche dello charme dell’humour e della nuvola di Fantozzi che mi perseguita per un peccato di nascita, il mio nome di battesimo.
Ebbene, son lenta quest’oggi.
Di solito, mi impongo un rigoroso silenzio, se sono in un mood sdolcinato e zuccheroso. Ignominioso a tratti.
Una incallita romantica adolescente allo sbaraglio, al sicuro nel suo bel paesello, viziata da mamma e papà. Non più una straniera in terra ostile.
Mi sembra che, con questa predisposizione, persino le mie riflessioni, persino la vita di tutti i giorni si cadenzino regolate e immobili. Prive anche dello charme dell’humour e della nuvola di Fantozzi che mi perseguita per un peccato di nascita, il mio nome di battesimo.
Ebbene, son lenta quest’oggi.
Grondo aggettivi.
E spargo virgole.
Sono un elefante che trascina
le zampe gonfie e piene di vene varicose nel caldo della savana.
Per passare dall’avvertimento
del contrario al sentimento del contrario, basterebbe dare una mano di smalto
rosso vermiglio alle mie unghie elefantiache e contemplare la mia silhouette così
aggraziata nelle acque di una pozza naturale laggiù all’Equatore.
Mi pavoneggio come un elefante,
in pigiama davanti alla tastiera, il pomeriggio della vigilia di Natale. A circondarmi,
le istantanee della mia vita. Qui diventa facile incrociare occhi che sanno
dirmi chi io sia stata e chi io sia. Oltreché quale strada io abbia percorso,
finora.
Sono Gesù Bambino all’Hilton e
ormai ho troppi Natali sulle spalle.
Perciò non riesco a frenare il
romanticismo stantio e penso alla ragazza di Giorgio da ieri pomeriggio. Ormai non è solo un fait divers leggiucchiato su La Repubblica. È il
tormentone del web scemo, la prova della digitalizzazione di Cupido.
Giorgio a Milano, un mese fa,
ha incontrato una ragazza e le ha chiesto informazioni. Sciarpa marrone e
berretto, lei ha risposto con spirito e precisione.
Se hai ancora bisogno di me, fammi un fischio.
Poi ha voltato l’angolo ed è scomparsa con la sua bicicletta.
Se hai ancora bisogno di me, fammi un fischio.
Poi ha voltato l’angolo ed è scomparsa con la sua bicicletta.
Giorgio non ha avuto neanche il
tempo di realizzare di essersi innamorato di lei in due minuti di conversazione.
E quindi non ha potuto rincorrerla, chiederle un appuntamento con un sorriso e
dirle almeno un ‘Sei bella’. Era troppo tardi quando ha capito di esser stato vittima
di un colpo di fulmine, proprio lui che trova così idioti quelli che ne parlano
e che ne sostengono l’esistenza.
Il colpo di fulmine è un innamoramento leggero leggero che un qualche creatore intelligente di questo mondo ha ideato ad hoc per gli imbecilli.
Come si può esser attratti da sconosciuti?
Non sai se leggono, se mangiano bene e neanche se ridono di gusto.
Oculi speculum animae. Stultorum – si è ripetuto ogni mattina allo specchio, nei giorni seguenti.
Il colpo di fulmine è un innamoramento leggero leggero che un qualche creatore intelligente di questo mondo ha ideato ad hoc per gli imbecilli.
Come si può esser attratti da sconosciuti?
Non sai se leggono, se mangiano bene e neanche se ridono di gusto.
Oculi speculum animae. Stultorum – si è ripetuto ogni mattina allo specchio, nei giorni seguenti.
Eppure si svegliava con i suoi
occhi in testa e si addormentava col suo sorriso e si svegliava con il colore
della sua sciarpa e si addormentava con il campanello della sua bici e si
svegliava con quelle gambe lunghe, rivestite dai jeans a sigaretta, così
ritmiche nel pedalare. Sarà un’abitudinaria – si diceva. Una tipa che al
mattino ripete sempre gli stessi gesti e sorseggia sempre nello stesso modo il
suo caffelatte e si spruzza il deodorante esattamente sette volte esattamente
ogni mattina esattamente nello stesso punto. All’esatto centro dell’incavo
ascellare.
Un po' ossessiva, insomma.
E se fosse lei? L’anima
gemella, la metà della mela, l’altro lato della medaglia?
E se fosse lei, la compagna
della sua vita, la madre dei suoi figli, il bastone della sua vecchiaia?
E se fosse sua?
E se fossero già suoi quei
lunghi capelli castani e quegli occhi e quel sorriso?
Non poteva vivere col dubbio. Nel
dubbio di quel ‘E se…’.
Non poteva vivere senza sapere
e lasciare sfumare quella domanda martello.
Per questo, Giorgio ha
ascoltato la forza oscura che tenta di dominare ogni vita. Con risultati
talvolta scadenti.
Per questo, Giorgio ha seguito
il suo istinto.
E con il potere conferitogli
dal Web, ha twittato.
Ora il popolo degli internauti
cerca la ragazza di Giorgio.
Anche io la cerco, a modo mio. Con
la mia risibile propensione per le storie a lieto fine e le principesse
svegliate con un bacio dai principi. Nel nome del caldo artificiale di questi
giorni e dei sentimenti umani che vedo sbocciare ovunque. Un caldo
consumistico, eppur romantico, a modo suo.
Ritorno bambina e ti cerco,
ragazza di Giorgio. Nel mare di Internet getto la mia bottiglia.
Rispondigli, per piacere e
dimostragli che il colpo di fulmine esiste e che nella vita tutto è possibile
per davvero.
A te che leggi, ragazza di Giorgio, auguro un buon Natale.
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