venerdì 4 novembre 2011

Parigi in pillole: il metrò

Muoversi a Parigi senza PassNavigo equivale a rinunciare all’arma in un duello. Se ne esce perdenti. Almeno sotto il profilo finanziario. In attesa del mio abbonamento per studenti – che tarda ad arrivare – mi sono bastati tre giorni di biglietti per inchinarmi di fronte al re dei trasporti e rientrare nella sua corte.
Il PassNavigo è una semplice card con fototessera personale, pratica e ricaricabile. Per le zone 1-2 di Parigi e per chi non usufruisce di ulteriori sconti, i forfait disponibili sono:
-          settimanale, dal lunedì alla domenica, 18.35 euro;
-          mensile, dal primo all’ultimo del mese, 62.00 euro;
-          annuale, dal primo all’ultimo dell’anno, 633 euro.
Il numero di corse effettuabili con il PassNavigo è illimitato, nel limite temporale del forfait. Ed è la chiave per instaurare una relazione stabile con la metropolitana.
Una corsa normale costa 1.70 euro e il biglietto non vale sul tram. Che disdetta.
Ho anche provato il carnet da 10 biglietti, alla modica cifra di 12.50 euro, ma la metropolitana sembra ingoiare ticket e il trasporto diventa oneroso persino sul piano psicologico: un carnet dura tuttalpiù due giorni.  
E allora … PassNavigo santo subito! Chiunque può chiederlo. Basta presentarsi allo sportello della metropolitana, muniti di fototessera e rifiutare la cosiddetta CarteVisite, croce e delizia dei turisti, puntualmente proposta e altrettanto puntualmente acquistata. Tale truffa, progettata ad hoc dai trasporti parigini, consiste nel proporre agli ignari stranieri una carta che permette un numero illimitato di corse, ma che ha la durata temporale di soli cinque giorni e costa 30 euro. Dieci in più rispetto al forfait settimanale del PassNavigo.
Senza considerare che, per lassi di tempo piu’ brevi – magari solo un WE nella Ville Lumière –, conviene approfittare del Mobilis, biglietto giornaliero che costa 6.30 euro. E il biglietto giornaliero, per chi ha meno di 26 anni, costa solo 3.50 euro, il sabato, la domenica e nei giorni festivi. L’offerta si chiama Ticket Jeune ed è esempio lampante di una politica – non solo quella inerente ai trasporti – volta a coccolare le nuove generazioni. Almeno nei WE.

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